lunedì 5 gennaio 2015

Sleeping Dogs - Recensione (X360 - PS3)


7.5
Grande atmosfera
Molto divertente
Sistema di guida arcade ben fatto

Campagna principale poco longeva
Graficamente davvero sottotono
Sistema di hitbox non perfetto

Sleeping Dogs è stato un titolo dallo sviluppo travagliato: pensato inizialmente come un nuovo capitolo della saga di Activison True Crime ambientato ad Hong Kong, il gioco era sull’orlo della cancellazione, ci ha pensato però Square Enix a salvarlo e a prendere sotto la propria ala United Front Games, il team di sviluppo, che ci ha consegnato un action-freeroaming davvero solido e divertente.

The Departed
Il titolo parla di Wei Shen, un agente della polizia di HK sotto copertura, infiltrato nelle triadi per smantellarle dall’interno, la trama è avvincente, e andando avanti diventa sempre più adrenalinica, la sceneggiatura è buona e anche se i colpi di scena sono tutti un po’ telefonati, riesce a mantenere l’interesse acceso; i personaggi invece non sono molto ben caratterizzati e, salvo Wei, non spiccano per personalità e carisma.




Jackie Chan mi fa una pippa!
Il lato del gameplay più importante del gioco è il combattimento corpo a corpo: il sistema si ispira al free-flow system visto negli Arkham, e permette di colpire tutti gli sgherri che ci attaccheranno fluidamente, abbiamo un tasto per gli attacchi normali che se tenuto premuto a fine combo permette di fare degli attacchi pesanti, un tasto invece è adibito al contrattacco, uno per le prese che ci permette anche di eseguire attacchi ambientali se riuscirete a portare il nemico vicino agli oggetti giusti, e l’ultimo tasto frontale è invece adibito alla corsa/schivata.
Oltre al corpo a corpo, il titolo propone un’offerta di gameplay piuttosto ampia: vi sono delle sezioni da puro TPS dove le sparatorie sono gestite abbastanza bene anche se il sistema di coperture è poco preciso e legnoso, dopo essersi posizionati in copertura poi si potrà scavalcare la stessa e usufruire di un bullet time che permette di colpire con maggiore precisione.
Il sistema di guida è arcade e deve davvero molto al titolo Wheelman, le nostre vetture saranno pressochè indistruttibili e si potranno speronare gli avversari con una scivolata laterale, si potrà anche sparare dalle auto e dalle moto con un breve rallenty, e lanciarsi da esse su altre vetture senza soluzione di continuità.
Il titolo propone poi diversi minigiochi che spaziano dal karaoke agli appuntamenti con avvenenti donzelle.

La città dai mille vizi
La campagna principale di SD è piuttosto breve: completando anche circa metà delle missioni secondarie noi ci abbiamo impiegato 10 ore, davvero troppo poco per un freeroaming, per fortuna la varietà delle missioni principali è elevata e il rischio di ripetitività è scongiurato, per quanto riguarda le attività secondarie invece ce ne sono davvero molto e ci vorranno almeno altre 10 ore per completarle tutte e portare al massimo il proprio personaggio.
Già perché nel titolo è presente un fondo da GDR molto buono, compiendo azioni criminali o da poliziotto il personaggio salirà di livello nella rispettiva categoria e si sbloccheranno diverse abilità passive, raccogliendo le statue di giada per la città e portandole al maestro di arti marziali, Wei imparerà nuove mosse e nuove combo da sfruttare in battaglia, completando i favori poi, la reputazione del nostro infiltrato crescerà permettendo di acquistare nuove auto, nuovi abiti e diversi bonus.




La caduta del dragone
Dove il gioco mostra tutto il suo sviluppo travagliato è nel comparto tecnico: per quanto la città sia grande e completamente esplorabile, la qualità grafica è davvero bassa con molte texture in bassa definizione, tearing onnipresente negli interni, pop up degli elementi, compenetrazioni poligonali, aliasing piuttosto marcato e diversi bug che inficiano l’esperienza di gioco: ci è capitato due volte di dover rifare un’intera missione a causa di un freeze, spesso il navigatore inizia a mettere strade a caso, certe volte alcuni NPG scompaiono costringendo a ricaricare, durante i combattimenti poi il contrattacco non funziona sempre a dovere, le animazioni sono buone anche se quelle della corsa non sono molto convincenti.
Il comparto sonoro è buono, le musiche si fanno ascoltare e il doppiaggio in inglese è azzeccato.




COMMENTO FINALE: 
SD è un buon freeroaming, la campagna principale è divertente e spettacolare peccato sia piuttosto breve e che la storia abbia una conclusione un po’ meh e buttata lì, a corredo delle missioni principali poi ci sono tante cose da fare nella Hong Kong proposta dal titolo e il rischio noia è bassissimo, il tallone d’Achille del titolo è il comparto tecnico e la rifinitura, se passerete sopra questi aspetti vi ritroverete un gioco solido e appagante, consigliato agli amanti dei freeroam e dell’azione.



The Witcher 2 - Recensione (X360)

9.0
Difficoltà stimolante 
Mondo fantasy straordinario 
Scelte davvero incisive 
Ottimo combat system 
Qualche problema di tearing e bug

I CDProject nel 2007 hanno lanciato sul mercato PC il primo The Witcher, un GDR fantasy basato sulle avventure letterarie dello strigo Geralt di Rivia, ottenendo un buon successo sia di critica che di pubblico, il maggior difetto era un sistema di combattimento un po’ troppo macchinoso mentre il sistema di scelta multipla e la storia erano già a degli ottimi livelli; con questo secondo capitolo, uscito in esclusiva console per X360, gli sviluppatori hanno alzato il tiro migliorando tutti i punti di forza del predecessore e rivedendone quelli deboli, si può affermare che siano perfettamente riusciti nel loro intento oltretutto riuscendo a mantenere anche su console l’incredibile comparto tecnico.

Assassins of kings
La trama di TW2 è davvero ottima, vestiremo i panni dello strigo, un umano mutato geneticamente grazie  a miscele segrete di erbe e con l’aiuto della magia; la narrativa è ricca di colpi di scena e con dei bivi narrativi convincenti,  addirittura una scelta alla fine del primo atto cambia radicalmente il resto della campagna principale.
La longevità del titolo è molto elevata, attestandosi nella media dei GDR occidentali, così come anche la rigiocabilità, garantita dalle numerose scelte morali presenti nel corso dell’avventura.




Il macellaio di Wyzima
Il sistema di combattimento prevede un tasto per l’attacco leggero, uno per quello pesante, uno per la parata, uno per la capriola ed infine uno per i segni, le magie degli strighi, il cui uso è regolato da un’apposita barra; questo sistema premia un approccio ragionato alle battaglie, con grande risalto per l’alchimia: durante le fasi di calma si potrà attivare la modalità meditazione durante la quale preparare elisir per potenziare il personaggio, unguenti da spalmare sulla lama per infliggere più danni e costruire trappole per tendere succose imboscate.
Gli strighi combattono con due spade, una di acciaio per combattere gli umani e una d’argento per i mostri, aggiungendo un pizzico di tattica; nota di merito per i boss tutti con routine di attacco ben differenziate ed impegnativi.




Guru
Il sistema di potenziamento prevede 3 rami di abilità: alchimia, magia e combattimento; ognuno con migliorie tangibili ed indispensabili per avere la meglio sugli avversari, soprattutto alle difficoltà più alte, davvero tosti.
C’è anche un sistema di crafting utile per migliorare le armature e le armi in possesso e anche crearne di nuove, tra cui alcune davvero potenti.

Gli splendori di Temeria
Il comparto tecnico è ottimo su 360, modelli dei personaggi dettagliatissimi, nemici ben variegati e riconoscibili già con una semplice occhiata, texture tutte ben definite aree di gioco vaste tutte da esplorare e con una vegetazione ricreata davvero bene, ottime anche le animazioni e l’illuminazione è semplicemente fantastica: nel mezzo della foresta si può notare la luce che filtra tra le foglie regalando degli scorci spettacolari.
Peccato che tutta questa meraviglia tecnica sia minata da pesanti problemi di tearing praticamente onnipresente, da un pop up dei nemici umani molto evidente e da alcuni bug visivi.
Epica la colonna sonora con uno splendido main theme e buono anche il doppiaggio, in inglese con sottotitoli in italiano.




COMMENTO FINALE: 
The Witcher 2 è uno dei più belli GDR occidentali disponibili su console: dotato di un comparto tecnico tra i migliori disponibili su 360, un sistema di combattimento variegato e profondo e una longevità che si assesta sulle 40 ore di gameplay senza contare tutte le missioni secondarie; ultima ma non meno importante la componente narrativa in cui le scelte del giocatore hanno davvero un reale peso nella vicenda; i pochi problemi nel titolo risiedono solamente nel tearing e nei bug visivi; consigliato a qualsiasi gamer che voglia  godersi uno dei titoli più immersivi di sempre, da giocare rigorosamente a difficoltà difficile per cogliere tutte le sfaccettature del combat system.

Call Of Duty: Ghosts - Recensione (Multi)


5.5

Il brand di CoD è giunto con questo capitolo alla sua decima iterazione, la saga è nota per non apportare mai grandi novità e di anno in anno si limita a proporre una campagna cinematografica e spettacolare, un multiplayer frenetico e divertente e una modalità cooperativa, delle piccole novità sono state introdotte da Treyarc con i due Black Ops, che hanno avuto una trama più ricca e sfaccettata rispetto al solito e un multiplayer meglio bilanciato; diciamolo subito: Ghosts compie passi indietro in tutto quello che di buono era stato fatto fino ad ora.

Fantasmi in guerra
La campagna in giocatore singolo di Ghosts è mediocre, la narrativa non è nemmeno male ma è poco originale e priva di spunti interessanti, tutte le situazioni di gioco sono già state viste nei Modern Warfare e nei Black Ops con l’unica eccezione dei livelli nello spazio e sott’acqua che almeno provano a proporre qualcosa di nuovo.L’unica feature che poteva essere una ventata fresca è il cane Riley, peccato che dopo solo un livello di gioco esso vengo abbandonato al suo destino e non si potrà utilizzare più; la durata per fortuna non è alta, noi ci abbiamo messo 6 ore alla difficoltà veterano, e ciò aiuta a non sentire troppo la ripetitività esasperante.

Scambio di bare
Il multiplayer abbandona lo stile di Black Ops 2 e si riavvicina a MW3 come da tradizione Infinity Ward infatti, le armi sono più potenti, il gioco più frenetico e veloce e la vita del giocatore ridotta, purtroppo però ciò rende le partite confusionarie ed il tutto, unito ad un sistema di respawn che fa pena e spesso ci fa nascere i nemici alle spalle e ad un level design delle mappe che le rende quasi tutte la fiera dei camper, fa diventare questo capitolo poco divertente e parecchio frustrante; il net code è piuttosto buono, la connessione è un ibrido tra server e host.Per fortuna almeno dal lato personalizzazioni il gioco è buono, le classi sono sostituite dai soldati, il soldato è completamente personalizzabile, si può persino scegliere il sesso, le bocche da fuoco sono tantissime e i perk e gli accessori anche; tutta questa varietà non è sorretta però da un altresì buono bilanciamento e spesso di useranno le solite 4 o 5 armi più forti di tutte le altre.I soldati così creati potranno poi essere usati in una modalità che ci mette contro un altro giocatore e i suoi soldati, peccato che l’IA sia deficitaria e spesso vince chi incontra più bot.

Verso l’Estinzione
La modalità forse più divertente di questo CoD è quella cooperativa: Estinzione, consiste nel proteggere una trivella dagli attacchi degli alieni lungo 12 aree di difficoltà crescente, la modalità è parecchio impegnativa e richiede un buon gioco di squadra per essere portata a termine; i tipi di alieni sono ben diversificati e i soldati possono specializzarsi per diventare medici, assaltatori, ecc; rendendo questa modalità parecchio completa, peccato per la sola ambientazione inclusa nelgioco base, per ora i DLC ne hanno aggiunte altre due oltre a varie mappe per il multy al prezzo di15€ per contenuto.

Proiettili ed esplosioni 
Sulla nuova generazione di console il titolo è davvero pessimo: è un semplice upgrade dirisoluzione rispetto alla controparte oldgen che però soffre di gravi cali di frame rate ed ingenerale il comparto tecnico non è sufficiente per essere su PS4 o XONE, con gli stessi problemiche affliggono anche le versioni “minori” come le texture poco defiinite e le animazioni nonconvincenti.Il sonoro è buono, il campionamento delle armi è il solito e le musiche sono azzeccate, non malenemmeno il doppiaggio in italiano che svolge il suo compito piuttosto degnamente.

COMMENTO FINALE:
Ghosts è un pessimo Call of Duty: la campagna non presenta picchi emozionali o idee nuove, ilmultiplayer è poco bilanciato e porta a frustrazione, il comparto tecnico è peggiorato rispetto alpassato; pad alla mano il feeling è quello tipico della serie ma molto più frenetico e confusionario;il titolo è consigliato solo agli imprescindibili di CoD, per tutti gli altri si può tranquillamentepassare ad altro.

Metal Gear Solid V: Ground Zeroes - Recensione (Multi)

Kojima ha chiuso il cerchio della saga di Solid con il quarto capitolo, in molti si sono domandati se è ancora necessario un quinto capitolo che rischia di creare incongruenze in una già molto complicata trama; quest’ultimo atto ha come protagonista il leggendario soldato Big Boss, questo Ground Zeroes è il prologo di The Phantom Pain, una sorta di antipasto in vista della portata principale.


L’Inizio della vendetta

Ground Zeroes vede BB in missione per liberare Chico e Paz, rapiti in misteriose circostanze dal XOF, un’organizzazione le cui finalità sono ancora oscure.
La trama getta basi interessanti in vista di TPP ma è brevissima, ci vuole circa un’ora o poco più per completarla raccogliendo anche le cassette audio.
Le missioni secondarie non aiutano molto e come longevità il titolo si assesta sulle 5 ore per essere completato, vi è poi la possibilità di rifare tutte le missioni a difficoltà estrema e poco altro.


Tactical espionage operations

Il gameplay è quello del più recente titolo della serie: Peace Walker, ovviamente riveduto, ampliato in quanto possibilità di approcci e adattato perfettamente al contesto open world del titolo; su questo punto Kojima ha lavorato alla grande con un level design ottimo e offrendo al giocatore moltissimi modi per completare le missioni, ad esempio ci si potrà infiltrare nella base nascondendosi in un camion oppure rubare un carro armato e fare una strage o ancora distraendo le guardie e neutralizzarle; è anche possibile segnare le guardie e i punti di interesse attraverso il binocolo, utile se volete avere ogni cosa sotto controllo.
Anche la parte più action del titolo funziona bene, le coperture sono integrate fluidamente e Big Boss si metterà al riparo automaticamente nei pressi della protezione; peccato constatare che la barra della vita è scomparsa per lasciare spazio ad una più user friendly energia ricaricabile che rende il gioco piuttosto semplice anche alle difficoltà più elevate.
Nota di merito per l’IA, davvero ottima durante le sezioni stealth, specialmente ad estremo, i nemici hanno un ottimo raggio visivo, se una guardia non è presente in un determinato luogo si insospettiscono e pattugliano la zona ma soprattutto stanno attenti anche ai rumori provocati dal giocatore; purtroppo nelle fasi più sparacchine l’IA è abbastanza deficitaria, sfrutta poco le coperture e diventa abbastanza semplice compiere stragi.


L’Engine della volpe 

Tecnicamente il titolo su nextgen è davvero bello da vedere, ottimi i granitici i 60 fps anche nelle fasi più concitate, buona la modellazione poligonale di tutti gli elementi anche se alcune ombre sono in vistosa bassa definizione (si vedono nettamente i pixel); gli effetti atmosferici come la pioggia e il vento sono ricreati molto bene.
Buono il doppiaggio in inglese, anche se è cambiato il doppiatore storico di Big Boss, ora interpretato da Kiefer Suntherland; fantastica la canzone Here’s to you in apertura; ben campionata l’effettistica.


COMMENTO FINALE:

Ground Zeroes è un titolo piacevole da giocare, con un gameplay che lascia davvero ben sperare per TPP, una grafica curata e una narrativa che promette faville, il difetto principale del titolo è la quantità di cose da fare e la facilità, in 5 ore si vede già tutto quello che ha da offrire, niente che incentiva la rigiocabilità a parte i collezionabili e nessuna modalità alternativa, davvero troppo poco specialmente considerando che viene venduto ufficialmente a 40€; se siete dei fan della saga e non potete aspettare a rivestire i panni del serpente nudo prendetelo, tutti gli altri farebbero meglio ad aspettare l’uscita di TPP o almeno un calo di prezzo.

Watch_Dogs - Recensione (Multi)



8.0
Hacking ben implementato
Chicago è davvero splendida
Tante ore di gioco
Online con meccaniche divertenti 

Personaggi piattissimi
Trama insesistente
Sistema di guida non perfetto


Presentato durante l’E3 2012 Watch Dogs, ha saputo in questi due anni far parlare molto di sé, sia nel bene che nel male, Ubisoft ha promesso molto e probabilmente la decisione di farlo uscire anche su old-gen ha tarpato le ali ad un titolo molto ambizioso che comunque ha saputo centrare in pieno il suo obiettivo: interagire e controllare la città di Chicago attraverso l’hacking in un free roaming solido, divertente e in alcuni punti davvero fresco da giocare. 

Chicago, qui! 
La storia prende il via durante un tentativo di furto tramite l’hacking, le cose ovviamente non vanno come pianificato e il protagonista, Aiden Pearce, viene attaccato da dei sicari che nell’incidente provocato, uccidono sua nipote di sei anni, la trama è una classica storia di vendetta ambientata in una Chicago dove il sistema ctOS permette, attraverso un unico sistema operativo, di organizzare e controllare tutta la vita della città. Aiden è un hacker ed è quindi in grado di interfacciarsi con questo sistema e di controllarlo per usarlo a suo favore, durante le circa 15 ore necessarie a completarla, la campagna alterna momenti davvero ben fatti ad altri gestiti frettolosamente e qualche missione e filmato in più avrebbero sicuramente dato maggior spessore a personaggi che in alcuni punti sembrano un po’ buttati lì. 


Nessuna informazione è al sicuro 
Il perno intorno al quale ruota l’intero gameplay è l’hacking, esso è utile durante la libera esplorazione, ad esempio hackerando i civili per scoprire i retroscena delle loro vite o rubandogli i soldi nel conto in banca, oppure infiltrandosi negli appartamenti ed osservare cosa combinano durante la vita quotidiana. 
Negli inseguimenti invece il telefono ci tornerà utile hackerando i semafori per creare incidenti e ostacolare gli inseguitori, facendo esplodere i condotti del gas e manomettendo i dissuasori del traffico; nelle sezioni stealth l’hack permette addirittura di completare interi livelli senza muoversi ma solo sfruttando le telecamere e l’interazione con lo scenario, inoltre sarà di grande aiuto perché permette di segnare la posizione dei nemici, creare trappole e disabilitare i rinforzi. La padronanza delle meccaniche risulta fondamentale e il suo impego nelle varie soluzioni e situazioni, contribuisce a rendere il gioco fresco e vario per molto tempo. 


Una città che vive
La Chicago virtuale all’interno della quale ci muoveremo è davvero “viva” e credibile, ogni cittadino ha una propria routine, seppur col passare del tempo non risultino granchè varie, la propria storia e si comporterà contestualmente al comportamento del giocatore contribuendo all’atmosfera ed all’immersività, ogni tanto poi se vi prenderete tempo a passeggiare nelle sue strade Chicago vi potrà regalare delle chicche davvero esilaranti ed interessanti, a noi è capitato di veder esplodere una stazione di benzina e dopo qualche istante si sono sentite le sirene dei vigili del fuoco che sono arrivati a spegnere l’incendio. 
La grandezza della mappa è buona, ogni quartiere è ben riconoscibile e la città è ricca di cose da fare, si passa dai minigiochi più basilari ai trip digitali che sono dei veri e propri giochi nel gioco; a corredo della campagna principale ci sono tantissimi compiti secondari come: missioni d’investigazione, corse d’auto, missioni dove bisogna ripulire i covi delle bande, terminali da hackerare e crimini casuali da sventare, più molte altre cose che vi lasciamo scoprire da voi, i contenuti non mancano e noi ci abbiamo impiegato circa 70 ore a completarlo con un indice del 75%. 


Sparatorie e macchine
Il feeling è quello di uno sparatutto in terza persona, con tanto di sistema di coperture molto ben integrato e fluido, si possono scegliere diverse armi e gadget in qualsiasi momento mediante un menù circolare, ci sarebbe piaciuto poter mettere in pausa durante questi momenti perché specie nelle fasi più concitate, risulta davvero difficile scegliere l’arma o il gadget adatto. 
Durante l’esplorazione a piedi il gioco risulta molto più fluido da giocare rispetto ai suoi concorrenti diretti, la guidabilità dei mezzi invece necessita di un periodo di adattamento, e ogni auto ha le proprie caratteristiche facendo sì che troverete molto presto la vostra preferita, le auto si acquisteranno attraverso l’apposita applicazione, peccato che il sistema economico del gioco sia sbilanciato e vi ritroverete con montagne di dollari che non saprete come spendere. 
Ma non è tutto qui: Watch Dogs infatti è provvisto di un corposo comparto upgrade del personaggio con tanto di albero delle abilità e skill migliori da sbloccare ai livelli più avanzati, che spaziano da una migliore guidabilità alla rigenerazione istantanea della concentrazione (bullet time), fino alla ricarica più rapida per armi ed una maggiore quantità di esplosivi. 

Ho il giubbotto più realistico della storia dei VG!
L’aspetto grafico è quello su cui ci sono state le critiche più pesanti, ma in realtà su console nextgen il gioco complessivamente è un bel vedere, rimangono gli elementi derivati dalla natura cross gen del titolo come i riflessi messi a caso sui grattacieli, compenetrazioni poligonali, e problemi di fisica e ragdoll, ma il tearing assente ed un’esperienza fluida, ancorata ai 30fps, fanno di Watch Dogs un gioco bello anche da guardare. Specialmente il gioco da il meglio di sé alla sera e durante i temporali: la città acquista un’atmosfera davvero unica grazie anche all’incredibile resa della pioggia e alle tantissime luci della città; ottimi anche i tessuti che sono ricreati davvero bene, i personaggi invece non vantano di una grande espressività ma sono animati degnamente; nota di merito per la realizzazione dell’acqua. 
Il comparto audio è ben fatto con un buon campionario di musiche di sfondo ed un’effettistica nella media; ottimo il doppiaggio in italiano davvero immersivo e ben recitato.


COMMENTO FINALE:
Watch Dogs forse non è il titolo che tutti si aspettavano, ma è un ottimo gioco, un free roaming molto vario e longevo, con il plus di un comparto online divertente e diverso dal solito, anche se minato da problemi di netcode; peccato che la cura riposta nella realizzazione della città non sia stata la stessa per quanto riguarda la trama che presenta molti personaggi solo abbozzati, altrimenti avremmo davvero un gioco da ricordare; i maggiori difetti sono una ripetitività fisiologica vista la durata del titolo e alcuni bug che compaiono durante il giocato, ed in generale le mancanze sono dovute alla natura cross gen, abbiamo tra le mani comunque un gioco per certi versi diverso ed ispirato, che con un po' di coraggio in più avrebbe potuto settare nuovi standard, il divertimento offerto è elevato ed anche la durata, se da un free roaming cercate qualcosa di diverso e non vi pesa un po' di ripetitività WD è il gioco che fa per voi.

Murdered: Soul Sospect - Recensione (Multi)



6.0
Qualche idea interessante
Buon sistema investigativo

Longevità scarsa
Diverse idee non sfruttate

Il genere Avventura non ha mai trovato terreno fertile in un mercato console dominato dai generi più comuni, Murdered: Soul Suspect, prova a rimescolare le carte creando una formula che mischi azione e avventura ad una struttura progressiva di enigmi. Sviluppato da Airtight Games e pubblicato da Square Enix, il gioco è disponibile per per Microsoft Windows, PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One. Il tema principale del gioco è il paranormale, in quanto si basa su uno stato di equilibrio tra la vita e la morte gestito magistralmente dagli sviluppatori. Durante la nostra avventura infatti, potremmo incontrare altre persone che vivono in questo stato e diventare protagonisti delle loro storie e, se vorremmo, potremmo anche aiutarli, immedesimandoci sempre di più nella fitta trama del gioco. Il gioco, inoltre, propone tantissimi collezionabili che, se raccolti, andranno ad aumentare le proprie conoscenze sui più intricati dettagli di questa piccola città. Una nota sicuramente negativa in questo senso è la completa assenza di una mappa di riferimento, praticamente indispensabile in un gioco del genere.


Fantasma per gioco

Il titolo, narra le gesta di un detective di nome Ronan O'Connor che, durante una personale indagine, viene ucciso a sangue freddo da un serial killer che sta terrorizzando la cittadina di Salem. In seguito a ciò, il protagonista sarà costretto a vagare per la città sottoforma di fantasma fin quando non riuscirà a trovare il suo assassino e a rimettere finalmente in ordine la sua vita. Come si può facilmente intuire, i pretesti per una storia magistralmente narrata ci sono tutti e i vari personaggi sono caratterizzati egregiamente. Durante il gioco, incontreremo una ragazzina di nome Joy, che dovremmo aiutare a risolvere i suoi problemi e lei, in cambio, ci aiuterà ad andare avanti nel nostro caso. La ragazza quindi, si rivelerà fondamentale per Ronan, in quanto è l'unico collegamento con la vita reale che possiede. Il gioco però, risulterà essere molto corto in quanto serviranno appena 8 ore per portarlo a termine al 100% e questo, per un titolo che si basa prevalentemente sulla componente narrativa, non è certo un punto a favore.


Un gioco di enigmi

La struttura principale del titolo si basa su un sistema di enigmi ben congeniato. Avremo il classico tacquino che non può praticamente mancare ad ogni detective che si rispetti. Il nostro compito sarà quello di esplorare a fondo la scena in cui ci troviamo e, grazie ai vari indizi raccolti, trovare la risposta alle varie domande che ci permetteranno di andare avanti nel racconto. Oltre a ciò, saremo sempre a contatto sia con il mondo dei vivi che con quello dei morti, e ciò ci porterà ad affrontare degli ostacoli che potranno essere superati grazie alle varie abilità che Ronan apprenderà nel corso della sua avventura. Come avete potuto intuire, questa struttura ad enigmi a lungo andare potrebbe stancare e purtroppo così è. Il gioco infatti, risulta molto ripetitivo considerando anche la breve durata dello stesso. Un pizzico di varietà viene aggiunta grazie alle sezioni in città in cui dovremmo andare da un edificio ad un altro e alle sezioni di combattimento, molto scarne, che si basano semplicemente sulla pressione di un tasto alle spalle del nemico. Il nostro protagonista, infatti, sarà perennemente seguito da alcuni demoni che vogliono eliminarlo definitivamente e noi dovremmo nasconderci nella nebbia per evitare di essere visti, per poi eliminarli in modo stealth alle spalle. Queste fasi, risulteranno abbastanza facili e ripetitive a lungo andare, infatti il giocatore tenderà quasi a saltare queste sezioni andando semplicemente avanti verso l'obiettivo.


Tutto il resto è noia

Il comparto tecnico del gioco non è per niente di eccezionale e può tranquillamente passare in secondo piano. Gli ambienti infatti, nonostante la loro discreta varietà, risultano essere realizzati con superficialità e con mancanza di cura. Da sottolineare inoltre caricamenti di texture con il passaggio da una zona ad un'altra e vari problemi di compenetrazione poligonale tra il protagonista e i vari ambienti di gioco. Da non sottovalutare inoltre il più che discreto doppiaggio in italiano.


COMMENTO FINALE:
Murdered: Soul Suspect è un gioco sufficiente, riservato prevalentemente ai fan del genere, che potranno apprezzare la storia narrata chiudendo un occhio davanti ai vari problemi che lo caratterizzano. Il titolo risulta essere una ventata di aria fresca in un settore caratterizzato prevalentemente da altri generi. Consigliato anche a chi vuole provare qualcosa di diverso, potrebbe non rimanere deluso.

Assassin's Creed IV: Black Flag - Recensione (Multi)


7.5
Atmosfera caraibica ottima
Le battaglie navali portano freschezza
Molti contenuti secondari

Soliti problemi di combat system
Gestione della nave poco approfondita
Poca varietà

La saga di AC dal 2009 continua a presentarsi ogni anno con una nuova iterazione, dopo il mediocre terzo capitolo ecco arrivare AC IV: Black Flag, che ci porta nelle calde acque dei caraibi nei panni del pirata Edward Kenway, un uomo alla ricerca di fortune e facili ricchezze nel nuovo continente. La formula di gioco è immutata rispetto ai predecessori, rimane lo stesso sistema di esplorazione senza però la possibilità di scalare le rocce vista nel terzo capitolo, rimane lo stesso sistema di combattimento, il centro del gioco però è diventata l’esplorazione navale, le battaglie tra velieri sono state espanse e approfondite in questo quarto capitolo, la nave ora può essere potenziata in tantissimi modi e per le migliorie più avanzate sono necessari dei progetti che si trovano sparsi per il mondo di gioco.

Passato e presente
Le parti nel presente sono state pesantemente modificate, ora si svolgono all’Abstergo Enterteinment, un’azienda delle Abstergo Industries che si occupa dello sviluppo di film e videogames, sono fasi puramente esplorative in prima persona dove si farà luce su alcuni avvenimenti vissuti nell’animus. La trama orizzontale è veramente troppo diluita e raccontata in maniera leggera per risultare avvincente, senza contare che il nuovo protagonista non pronuncia nemmeno una parola ed è solo un burattino che si lascia comandare per tutto il gioco. Per fortuna la trama nel passato riesce ad intrattenere e spinge ad andare avanti, anzi, probabilmente è l’unico motivo per andare avanti nel gioco oltre che per ammirare ed esplorare le splendide isole del gioco. Già perchè il gioco è forse addirittura più semplice dei suoi predecessori e può essere terminato senza acquistare nemmeno un potenziamento per il personaggio o una spada nuova, discorso a parte invece per la Jackdaw, la nave di Edward, che va potenziata al massimo per riuscire a cavarsela bene nelle battaglie, soprattutto contro le temibili ed impegnative navi leggendarie.

Vita da pirata
Le cose da fare in ogni isola o città che esplorerete sono molte, seppur pecchino di varietà, e spaziano alla classica ricerca di frammenti dell’animus, a testi di canzoni che la ciurma canterà lungo le traversate marittime, fino alla caccia agli animali; ci sono inoltre missioni secondarie di assassinio, forti da conquistare, relitti da esplorare e navi bersaglio da catturare, tutte queste attività per essere completate al 100% richiederanno sulle 40 ore di gioco, che se vi lascerete catturare dall’ottima atmosfera del titolo scorreranno via piacevolmente, mentre i non amanti della saga che comunque vogliono giocare il titolo forse sarebbe meglio che si concentrino sulle missioni principali che risultano comunque interessanti e abbastanza ispirate.

Assassini in spolvero 
L’edizione per console next gen risulta un mero porting e non brilla di certo per il lato tecnico, il colpo d’occhio è ottimo ma fa storcere il naso vedere fondali 2D delle isole durante l’esplorazione navale, oltretutto i caricamenti non sono diminuiti rispetto alla versione per old gen e la nuova potenza delle macchine è servita solo a migliorare il frame rate, la definizione e diminuire l’aliasing, che comunque rimane, gli effetti delle tempeste e del fumo invece sono nettamente migliori rispetto alla controparte e contribuiscono a rendere le battaglie navali molto più spettacolari. L’OST è semplicemente fantastica, le musiche sempre azzeccate e in pieno tema piratesco, nota di merito per quelle che fanno da sfondo agli scontri con le navi leggendarie, da brividi. Ottimo anche il doppiaggio che può vantare un Francesco Pannofino in grande spolvero nei panni di Barbanera.

COMMENTO FINALE:
Black Flag è sicuramente un buon titolo, capace di intrattenere con una trama comunque interessante nonostante gli scivoloni nel presente e ad un’ambientazione piratesca riuscita, su PS3 e Xbox360 è un passo avanti rispetto al terzo capitolo in quasi tutte le direzioni, peccato che i problemi storici della saga non siano stati minimamente corretti ed il sistema di combattimento è troppo facile e poco appagante; sulle console di nuova generazione il titolo è il medesimo con qualche miglioria grafica in più, ma, logicamente essendo un porting, non sfrutta minimamente le nuove console; se possedete una PS4 o una Xbox One comunque è da comprare su queste piattaforme per una visione decisamente migliore, consigliato agli amanti della saga e a chi vuole vivere un’avventura piratesca tra rum e cannonate.