domenica 4 gennaio 2015

Alien Isolation - Recensione (Multi)

Dopo numerosi tentativi falliti di trasporre la celeberrima saga nel mondo dei videogiochi, The Creative Assembly, ci fa dimenticare il pessimo Colonial Marimes con un titolo che non solo riesce a riportare le atmosfere dei film, ma si propone come uno dei migliori survival horror degli ultimi anni.

Una narrativa tutt'altro che indimenticabile
Partiamo dall'unico grave difetto del titolo: la narrativa. E' evidente che in Creative Assembly abbiano curato prevalentemente l'atmosfera e l'ambientazione, con risultati fortunatamente da applausi come spiegheremo più avanti, ma una trama almeno coinvolgente non è una richiesta impossibile considerando il materiale della saga cinematografica, invece finito il gioco avremo un amaro ricordo di una storia dimenticabile. Amanda, figlia di Ellen Ripley, è alla ricerca di essa e si avventura nella stazione Sevastapol andando incontro a pericoli tipicamente fantascientifici. Gli avvenimenti sono piatti e poco interessanti, ma ciò che sfiora il nonsense sono i personaggi, con dialoghi ridicoli e una caratterizzazione praticamente assente: diversi ne incontreremo, nessuno ricorderemo, anche Amanda nei momenti più importanti non fa niente per immedesimare i giocatori, a causa di esclamazioni superficiali e banalissime.


Un vero survival che merita di definirsi tale
Oggi sempre più titoli sono improntati all'action, come Dead Space o Resident Evil, non che sia propriamente un male, ma sono quasi scomparsi i veri survival horror che ti tengono con il fiato sospeso per tutta la durata della storia, ebbene Isolation riesce in questo risultato e si presenta come un "manuale" di game design. Ricorda vagamente Outlast, con i luoghi in cui nascondersi, un pericoloso nemico che ti insegue e la mancanza di armi, ma Isolation è molto di più, fa dimenticare la povertà strutturale di Outlast e l'azione decerebrata di Colonial Marines. Nel corso delle 20 ore di gioco, difficilmente vi annoierete o lo troverete ripetitivo. Inizialmente si è indifesi e dotati di qualche razzo e poco più avanti di un revolver impreciso e poco affidabile, proseguendo ove si fa sempre più dura la sopravvivenza, ottime introduzioni come il lanciafiamme e gadget da "metroidvania" perfettamente integrati evitano ripetizioni eccessive. Le armi che si ottengono sono poche ma adattate nel migliore dei modi al contesto. Il sistema di crafting è di buon livello e permette di creare diversi tipi di esplosivi, come granate EMP, molotov o casse acustiche, ognuna con utilità specifiche; ci sono anche delle reti di ricablaggio in cui modificare l'ambiente attraverso dei punti da spendere, perciò dovremo decidere se attivare a un elevato costo un portello con delle scorte o disattivare la rete del video, ovvero le telecamere, fino all'illuminazione e altro ancora; per aprire le porte si attivano minigiochi incredibilmente fedeli all'estetica dei computer primi anni 80'. Gli articolati ambienti sono ricchi di porte che richiedono tessere o codici d'accesso, oppure strumenti non ancora acquisiti o potenziati, ma la progressione è in realtà lineare, non vi sono ricerche noiose o lunghe per avanzare, si può proseguire verso la propria meta o perlustrare ogni angolo, scelta consigliata considerando l'elevata difficoltà, infatti Isolation non tiene per mano il giocatore con consigli e facilitazioni, ma nemmeno risulta troppo frustrante, risultando molto equilibrato e con un ottimo grado di sfida.
Il ritmo della campagna è sostenuto da una grande spettacolarità nella seconda parte da cui tutti dovrebbero prender spunto: senza mai esagerare come nei CoD, sono sempre pertinenti agli avvenimenti e alcune sequenze sono indimenticabili, sopratutto gli ultimi straordinari capitoli.


Quando l'Alien superò l'intelligenza degli umani
Arriviamo ora all'elemento più sorprendente: l'I.A. dell'Alien tanto discussa mantiene tutte le promesse e si rivela la più avanzata attualmente esistente nel mondo videoludico. Lo xenomorfo sarà in grado di mettere in difficoltà qualsiasi genere di videogiocatore: a parte un paio di casi, non è scriptato, ricorda e impara dalle azioni del giocatore risultando sempre imprevedibile, stupisce continuamente per le tattiche adottate: se lo attaccheremo con una fiammata le prime volte arretrerà e tornerà nei condotti, successivamente ci caricherà rendendo inutili i nostri tentativi, i colpi di arma da fuoco sono pressoché inutili considerando la sua invulnerabilità, i diversivi saranno fondamentali e le opportunità innumerevoli, da nascondersi sotto gli oggetti o dentro un armadietto, oppure lanciargli una granata o un razzo per distrarlo; la sua intelligenza non finisce qui: diventa sempre più pericoloso quanto più noi lo infastidiamo e superiamo con successo i suoi tentativi di ucciderci, la perlustrazione diverrà ossessiva e indagherà in ogni angolo della mappa. Noi consigliamo assolutamente di non giocarlo a Facile, più elevata è la difficoltà, più è evoluto, perciò a Normale si avrà una sfida perfetta, ma se lo si vuole realmente sfidare in tutta la sua astuzia, Difficile è la scelta giusta.
Sono presenti altre 2 tipologie di nemici: umani e androidi (o sintetici), ve ne è un'altra che non sveliamo per non rovinarvi la sorpresa e che farà piacere a ogni fan della saga. Gli umani sono, dopo la trama, l'unico difetto considerevole: hanno un I.A. mediocre e sono anche mal realizzati graficamente, come nel successivo paragrafo specificheremo meglio, invece gli androidi sono dei nemici eccelsi: con i loro occhi rossi che si attivano all'unisono se ti avvertono e la loro espressione di latta inquietante, alcune sequenze in cui compaiono in gruppo sono memorabili, inoltre riescono a "innovare" la tipica idiozia di queste tipologie di nemici come mostri, zombi o robot, con alcuni di essi in posizioni sospette: ad esempio sono a terra, e se notate bene uno fra tutti può avere gli occhi ancora attivi, sorpassandolo ci scaraventerà a terra e attiverà un QTE.


Atmosfere oltre i confini della fantascienza
Il comparto tecnico è su livelli di eccellenza, La stazione spaziale Sevastapol è davvero spettacolare e presenta un'atmosfera difficilmente ritrovabile in altri titoli, non solo grazie a un sistema di illuminazione da applausi e una modellazione degli oggetti estremamente realistica (i componenti elettronici e le armi sono particolarmente curati), ma anche per una notevole cura artistica che dà vita anche ai più marginali oggetti dello scenario, video o poster. Raramente si trovano sbavature, e sono per lo più impercettibili: le texture sono sempre ottime e il frame rate si mantiene stabile tranne nelle situazioni più dense visivamente, purtroppo le cut-scenes (fortunatamente poche), scattano in modo preoccupante, strano come non si siano accorti di un problema simile. I modelli poligonali degli umani sono pessimamente realizzati e con animazioni ed espressioni facciali arretrate, stupisce invece il realismo dei sintetici e soprattutto l'Alien, splendidamente animato e curatissimo fin nei minimi dettagli, anche se a volte si notano compenetrazioni poligonali peraltro inevitabili considerando che la sua coda è mossa in tempo reale. Grandiosi gli effetti particellari: il fuoco è il più avanzato in circolazione e il fumo è volumetrico. Abbiamo riscontrato un solo bug nel corso della storia: una sequenza in cui non vi erano più obiettivi, senza altra scelta che ricaricare l'ultimo save, ci riteniamo soddisfatti sotto quest'aspetto.
Il sonoro è anch'esso di altissimo livello, con effetti sonori tra i migliori di sempre e una colonna sonora che nei momenti più importanti o intensi spazia dall'epicità fino all'oppressione, il doppiaggio Italiano è invece un lato negativo, a causa di un'inespressività generale facilmente evitabile e Amanda cade nell'ilarità con i suoi cambi di tono negli avvenimenti più tragici.
Chiude positivamente la longevità, con ben 20 ore per portare a termine la storia principale e altre ancora per completare al 100%, non manca inoltre una dimenticabile sfida di sopravvivenza contro l'Alien.


COMMENTO FINALE:
Alien Isolation è il gioco che tutti aspettavano, The Creative Assembly dimostra tutta la cura profusa nel progetto realizzando un titolo indimenticabile e dotato di un gameplay realmente survival, con un eccellente equilibrio tra tensione ed epicità che non aiuta i giocatori ma non risulta nemmeno frustrante; l'avanzatissima I.A. dell'Alien evita la ripetitività e gli androidi sono sufficientemente inquietanti, il comparto tecnico di altissimo livello e la straordinaria atmosfera che si respira aumentano esponenzialmente il coinvolgimento. Sfortunatamente i lati negativi non mancano: la pessima narrativa non gli permette di essere un capolavoro, troppo superficiale, banale e a tratti demenziale, anche il doppiaggio Italiano è impresentabile nella sua totale inespressività. Ciò non toglie che è una delle esperienze migliori da molti anni a questa parte, sostenuto da passione e volontà da parte degli sviluppatori. Tutti dovrebbero provarlo almeno una volta.

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