domenica 4 gennaio 2015

Wolfenstein: The New Order - Recensione

In un periodo dove il single player negli FPS viene sempre più bistrattato e molto spesso relegato a semplice campagna completabile in 4/5 ore utile solamente allenarsi per il multy, senza profondità di gameplay e di narrazione, ecco che Bethesda e Machine Games (all’esordio), ci propongono Wolfenstein: The New Order, un FPS come non se ne vedevano da tempo, dal gusto un po’ retrò, che fa divertire e intrattiene il giocatore dall’inizio alla fine delle circa 13/15 ore necessarie a completarlo. 

I nazisti sono tornati, e questa volta… hanno i cani-robot! 
Il gioco ci porta in una realtà alternativa dove gli Americani non hanno sconfitto i Tedeschi nel 1945, ci mette nei panni del Capitano Blazkowicz, un protagonista talmente cazzuto che non potrete non affezionarvici, così prenderemo parte alla missione per uccidere il generale Deadshead, uno scienziato pazzo che con le sue invenzioni a cambiato le sorti della battaglia a favore della Germania, l’intreccio narrativo è ottimo ed intrigante, e può vantare ben due linee temporali in base ad una scelta presa dal giocatore, gli sviluppatori hanno costruito una realtà alternativa credibile, con fonti di energia e materiali inventati ma possibili, così, dopo esserci svegliati nel 1960 da un coma causato da un incidente, diventeremo parte della resistenza, decisi a porre fine al dominio Nazista una volta per tutte; il gioco mostra la crudeltà umana in tutte le sue forme più orribili, e alcuni passaggi sono davvero impressionanti; peccato per il finale, un po’ affrettato e non molto soddisfacente che contrasta con la cura riposta nel resto del gioco. 

Perché usare un mitra quando puoi usarne due? 
Il punto forte di Wolfenstein è sicuramente il gameplay: il gioco propone un ottimo mix di meccaniche classiche e nuove, c’è la ruota delle armi che permette di scegliere fra tutte quelle in vostro possesso in qualsiasi momento, c’è un sistema di coperture molto buono, sicuramente superiore a quello degli altri FPS per precisione e utilità che permette di sporgersi non solo ai lati, ma anche al di sopra e al di sotto delle coperture, ed infine ogni arma può raddoppiare il proprio range di fuoco equipaggiandone un’altra dello stesso tipo nell’altra mano facendo delle vere e proprio stragi di Nazisti; si possono anche usare torrette fisse e staccarle per una potenza di fuoco devstante; giocarlo quindi risulta fresco e divertente, e , specie alla difficoltà Uber, davvero appagante perché obbliga a sfruttare tutte le finezze della giocabilità. 

Cresce… Esplora… Spappola! 
In Wolfenstein il senso di progressione risulta ben fatto, vi è un sistema di talenti che premia il giocatore con abilità passive utili al combattimento in base al proprio stile di gioco, vi sono quattro rami: furtività, assalto, tattica e demolizione e per arrivare al livello massimo in tutte le categorie servirà una buona dimestichezza ed abilità perché per salire bisogna completare delle sfide. Il gioco non è solo uno sparatutto: vi sono anche dei momenti più esplorativi dove il lore del gioco viene approfondito in maniera ottima, con collezionabili e registrazioni audio, ma soprattutto bisogna sfruttare questi momenti per trovare corazze e medikit (la vita non si rigenera) se si vuole sopravvivere agli scontri piuttosto difficili del gioco, data l’IA piuttosto buona che attacca da più lati, sfrutta le coperture e opera anche manovre di aggiramento. Nelle fasi esplorative poi si troveranno potenziamenti per la salute, indispensabili da mietitore in su, e potenziamenti per le armi, ogni arma ha un fuoco secondario che per essere sbloccato necessita di trovare il pezzo dell’arma nello scenario; i collezionabili non sono fine a se stessi ma servono per sbloccare modalità di gioco extra come Wolfestein 3D con le nuove meccaniche di gameplay, ottima scelta. 

Non-splendore tecnico 
Il punto debole del titolo è il comparto tecnico, il gioco sfrutta l’ID Tech 5, ma non riesce a sembrare un prodotto tecnicamente ottimo nemmeno sulla vecchia generazione di console, abbiamo moltissime texture slavate e in bassa definizione, texture che non caricano, corpi che scompaiono dopo pochi secondi e alcuni bug visivi, le animazioni invece sono buone e gli effetti di luce sono buoni e le armi sono create davvero bene sia come design che come feeling, il gioco gira a 60fps soggetti a cali nelle fasi concitatissime che rendono il gioco piacevole e fluido da vedere e giocare, su PS4 alcuni scorci riescono a colpire pur nella loro mediocrità tecnica. Il comparto audio è buono, con un’effettistica nella media, musiche molto belle e un doppiaggio in italiano convincente, peccato per il mixaggio audio fatto male che certe volte non fa sentire le voci dei personaggi rendendo obbligatori i sottotitoli. 

COMMENTO FINALE:
Wolfenstein è un FPS single player come non se ne vedevano da tempo, può vantare su una buona trama ed atmosfera, su una longevità di circa 14 ore, su una campagna “alternativa” che spinge a rigiocarlo almeno una volta, seppur non cambi a livello di macroeventi, anche perché i potenziamenti rimangono; ma soprattutto ha un gameplay davvero divertente ed adrenalinico che non lascia mai spazio alla noia; peccato per un comparto tecnico che in alcuni punti diventa davvero pessimo, con texture da mettere i brividi, se non siete patiti della grafica correte a comprarlo, vi farà divertire come pochi titoli recenti riescono a fare. 

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